Perle...la Bellezza dell'Imperfezione
Pubblicato da Valentina Esposito il
I gioielli possono essere definiti preziosi per diverse ragioni: per il pregio dei materiali, per l’eleganza degli intarsi, per un significato intimo e speciale, perché speciale è chi ce li ha donati, o per la speranza che portino fortuna. Eppure ci sono monili pregiati che più di altri custodiscono una storia affascinante, intrisa di valore e portatrice di bellezza.
La vita delle perle riporta a un piccolo miracolo di vita: nascono belle, luminose, iridescenti, vive. Non vengono estratte dalla terra, come ogni altra gemma o metallo, ma albergano nel cuore pulsante di un mollusco o di un’ostrica. Il paradosso è che tutto il fascino di queste splendide sfere risiede nella loro imperfezione. Difatti, quando un minuscolo corpo estraneo o un parassita (spontaneo nel caso delle perle naturali, innestato dall’uomo in quelle coltivate) s’insinua nei tessuti dell’ostrica, lei in difesa secerne una sostanza (nacre) che si stratifica e si cristallizza, diventando uno speciale amuleto.
Così quasi sempre la storia della perla è stata connotata da un alone di potere e di mistero, di magia e misticismo religioso, di miti e leggende che spiegassero la loro misteriosa composizione, che ha dato filo da torcere persino alla scienza.
In particolare nella cultura orientale, le perle erano considerate testimonianza della volontà divina, tanto da essere adoperate anche come amuleto, o come strumento profetico o curativo.
Indiscusso simbolo di cristallina purezza, in ogni leggenda si fonde il miracolo della vita con il potere della natura e il volere di un dio. In India e nelle Regioni del Pacifico, si trattava di gocce di pioggia divenute concrete a contatto con l’acqua di mare, mentre per gli antichi cinesi erano i fulmini a fecondare i molluschi, sotto l’influenza benevola della luna. I greci attribuivano le sfere ad Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, supponendo nascessero dalla spuma del mare, e simili leggende erano diffuse anche dalle popolazioni caraibiche, che le ritenevano dotate di una propria spiritualità.
Anche le popolazioni occidentali hanno sviluppato nel tempo simili teorie, tanto che nel Medioevo venivano considerate lacrime di angeli o di Dio, attribuendo una connotazione negativa di tristezza o di dolore che ha resistito al tempo, ed ecco perché ancora oggi, per scaramanzia, qualcuno preferisce non regalare perle alla sposa in occasione delle nozze, simbolo di sfortuna nella vita coniugale.
E se i diamanti hanno trovato la loro incantevole madrina nella poliedrica Marilyn Monroe, che li riteneva i migliori amici delle donne, le perle non hanno avuto diversa fortuna, rappresentate dalla raffinata eleganza di Audrey Hepburn, che a partire dagli anni Sessanta ne ha diffuso l’utilizzo come imprescindibile elemento di scintillante femminilità.
In grado di impreziosire qualunque occasione e di completare qualsiasi outfit, dalla giacca casual all’immancabile tubino nero, possono essere indossate da sole o associate ad altre gemme e all’ematite, o incastonate in elementi d’acciaio.
Dunque, che sia un regalo per qualcuno di caro o un premio per sé, indossare un gioiello di perle significa rivestirsi di storia, di leggenda, e di imperfetta, luminosa, sfolgorante bellezza.
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